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In ricordo di Franco Briganti

Isola d’Elba, agosto 2020

IN MEMORIA

Lettera a Franco Briganti figlio di Alberto.

 

Franco Briganti e la targa intitolata a suo padre, Gen. S.A. Alberto Briganti presso l'Aeroporto di Ciampino

 

Caro Franco, da poco sei scomparso eppure per me e per molti sei sempre vivo tanto da avvertire il desiderio di scriverti.

Comincio con una domanda: quando ci siamo conosciuti? Di certo, come con Paolo, una prima conoscenza ha avuto origini tripoline, nella bella città ove abbiamo trascorso alcuni anni felici. Poi il triste ritorno in patria, durante la guerra, in momenti diversi, a bordo di idrovolanti Cant Z 506, dei Servizi Aerei Speciali, con rotta su Capo Bon per evitare i caccia inglesi di base sull’isola di Malta.

Evidentemente quella pressoché infantile simpatia, nata in terra d’Africa, durò a lungo tanto da farci rincontrare, adulti maturi, con naturalezza, gioia e in più con un forte comune interesse per la storia dell’aeronautica italiana.

Per Paolo, figlio del grande Maresciallo dell’Aria, e per te di Alberto, un famoso generale pilota con elevati incarichi ed una vita straordinaria di cui ha lasciato affascinante documentazione nei suoi libri (1), questo amore per l’Aeronautica era intenso e naturale.

   

 

Per me, erede e portatore di altri interessi la situazione era diversa, tuttavia in essa si era inserito, con il matrimonio, un sentimento di ammirazione e di stima per mio suocero Umberto Klinger sr., padre dell’indimenticabile Maria Serena, amico fraterno di Italo Balbo, Presidente della Ala Littoria, prima compagnia di bandiera italiana. Una “figura leggendaria di aviatore e di italiano”, come lo ebbe a definire Luigi Durand de La Penne in un intervento alla Camera dei Deputati nel gennaio del 1971. Se ben ricordo hai avuto l’occasione di conoscerlo durante il tuo lavoro nella Società Aerea Mediterranea (SAM) del dopo guerra.

Quando ti ho rivisto, dopo quaranta anni e passa, vicino a Paolo che da poco mi aveva iscritto all’Associazione Trasvolatori  Atlantici, (ATA) il tuo viso e il tuo portamento mi apparvero per quello che eri e sei: un gentiluomo pacato e colto, aperto al prossimo e agli eventi della vita.

In breve stabilimmo un “terzetto” affiatato, desideroso di fare cose concrete a favore di uomini e realizzazioni dell’aeronautica italiana, ignorati se non addirittura bistrattati.

Spesso ci vedevamo a colazione nel ristorantino, oggi scomparso, dell’Aeroporto dell’Urbe per parlare di progetti. Molte volte si univano al tavolo altri appassionati e tra questi ricorderai Fiorenza De Bernardi, prima donna italiana pilota commerciale, Di Iulio, avvocato aviatore e Gregory Alegi, giovane storico, allora Presidente dei GAVS (Gruppo Amici Velivoli Storici), ancora ammaccato da un brusco atterraggio di piatto. Dopo il caffè andavamo negli hangar ad ammirare gli apparecchi sportivi, compreso l’I-MUSE di Paolo, abile ed assiduo pilota, con la speranza a volte appagata, di un breve volo sui dintorni.

   

Paolo Balbo in due momenti che precedono il decollo

 

Lo spazio non permette di parlare in dettaglio dell’ultradecennale impegno svolto dal “terzetto“ nel direttivo dell’A.T.A. e delle tante manifestazioni, guidate dal Presidente Renato Valle, in onore di Italo Balbo e dei suoi compagni di volo ad Orbetello, luogo del loro ultimo riposo, come dei molti progetti insieme realizzati. A proposito mi fa piacere ricordare come in questo impegno e in altri, le nostre consorti ci siano state vicine e come la tua ti abbia negli ultimi tempi più volte rappresentato, in quanto impedito dalla malattia.

Per quanto riguarda l’A.T.A. mi limiterò a ricordare il grande apporto di documenti cartacei, fotografici e di scritti personali, dato da te per il rilancio del sito web dell’Associazione, raggiunto con la partecipazione del consigliere Marco Di Francesco, esperto informatico e nostro buon interlocutore.

Prima di alzare la penna mi soffermerò su due iniziative che ci vide lavorare gomito a gomito a Roma e molti anni più tardi a Venezia. La più lontana, si riferisce agli anni ’80, ad una idea che da tempo mi frullava nella testa senza trovare casa fino a quando non te ne parlai. Volevo realizzare una mostra sulla nascita dell’aviazione commerciale italiana e sulla prima compagnia di bandiera del Paese, anche essa ispirata da Balbo e da questi affidata a Umberto Klinger sr quando pochi credevano nel grande successo internazionale della società. Se da un lato ne conoscevo la storia e mi erano noti molti angoli di archivio nei quali avevano trovato riparo pezzi della gloriosa Direzione Generale per l’Aviazione Civile ed il Traffico Aereo dell’ ex Ministero dell’Aeronautica Militare, dall’altro mi mancavano gli appigli per tradurre in pratica l’idea. Quando finii di illustrare l’argomento vidi sul tuo viso un sorriso che mi allargò il cuore. “Andiamo da Maria Fede Caproni -fu il tuo commento- lei potrà aiutarci”. La vecchia amicizia e la pacata, efficace esposizione dettero i loro frutti ed uscimmo dalla casa della grande, direi unica nel suo genere, sostenitrice della storia aeronautica italiana nel dopoguerra, con il nome dell’organizzatore e la prospettiva di utilizzare un prestigioso spazio del complesso monumentale del San Michele.

Franco Briganti e Maria Fede Caproni

 

Questa concretezza entusiasmò il terzetto al quale si unirono Gregory Alegi e l’indimenticabile amico Luciano Tongig, noto esperto di aerei, che riuscì ad ottenere dalla generosità dell’Istituto Tecnico Aeronautico “Arturo Malignani” di Udine, trasportato da un autocarro delle Officine Aeronavali di Venezia Lido, un motore laterale Alfa Romeo di un velivolo S.M. 75.

Sul titolo eravamo tutti d’accordo: l’avremmo chiamata “Le Ali della Rondine” in onore del volatile che era stato il simbolo della società aerea “Transadriatica”, assorbito nel 1931, insieme al complesso, dalla prima SAM, poi  Ala Littoria.

Ci dividemmo i compiti. Come ricorderai trascorremmo i molti pomeriggi a casa tua ad ascoltare i consigli e le puntuali informazioni di tuo Padre ancora in vita e ad integrare la documentazione proveniente dall’archivio di mio suocero e dalle lunghe ricerche condotte in più direzioni, con preziosi contenuti di faldoni conservati nel vostro studio. Il tutto per elaborare testi illustrativi, didascalie, articoli e comunicati per la stampa.

Anche Paolo e Gregory fecero il loro dovere. Misero insieme pubblicazioni, poster, biglietti di viaggio con data degli anni ’20 - ’30, oggetti in uso nelle cabine passeggeri, apparecchiature radio e di navigazione in uso del tempo nonché bozzetti preliminari delle varie sezioni dell’esposizione e del catalogo: una pubblicazione di grande qualità formale e di contenuto ormai introvabile. A questo punto giunse l’apporto finale di Maria Fede. Dall’archivio Caproni, passato in seguito alla Provincia di Trento, trasse un insieme di immagini del fotografo ufficiale dell’Ala Littoria che dettero ulteriore vigore e prestigio e alla mostra.

Nel pomeriggio dell’8 maggio 1992 tuo padre, il Generale di Squadra Aerea Alberto Briganti, l’uomo di tanta storia, vicino al quale sei stato fino al termine della sua vita, tagliò il nastro di accesso alla Sala degli Aranci del San Michele con a fianco la madrina Maria Serena Klinger, circondato da tante autorità e da un folto pubblico. La mostra ebbe successo, molta stampa ne parlò e mi ricordo che a te in particolare, piacque la nota diffusa dalla agenzia Adnkronos (2) per il giudizio e l’efficace sintesi.

La seconda ci vide impegnati quindici anni dopo, a Venezia Lido, nel contribuire alla valorizzazione e alla difesa dell’aeroporto dedicato a Giovanni Nicelli, eroico pilota della prima guerra mondiale, situato alle Bocche di Porto di San Nicolò e considerato dalla BBC uno dei dieci aeroporti più belli del mondo (3).

L'Aeroporto Nicelli

 

L'inaugurazione dell'Aeroporto da parte della madrina Maria Serena Klinger, sulla sinistra il Sottocapo di S.M.A. Gen. S.A. Bernardis

 

L’impresa richiese più tempo della prima e si articolò in varie fasi. All’inizio sembrò piacevole ed entusiasmante, si trattava di dare la nostra collaborazione alle manifestazioni inerenti l’inaugurazione della elegante aerostazione anni ’30, restaurata in modo impeccabile per volontà dell’ing. Giorgio Miani, Presidente della società aeroportuale, dall’architetto Claudio Rebeschini. Con il nostro lavoro avremmo dovuto arricchire la storia dello scalo illustrandone con rigore il ruolo durante la prima guerra mondiale nonché nel periodo delle successive fortune e sfortune industriali.

Come ricorderai dedicammo molto tempo nel selezionare un lotto di fotografie assai espressive dal quale fu possibile realizzare, con la perizia informatica della Signora Marina Salvetti  dell’Archivio Storico dell’AM, un filmato che riscosse grande interesse e apprezzamento.

Speravamo che il successo dell’inaugurazione servisse a stimolare gli ambienti aeronautici civili e militari a proseguire nella valorizzazione dell’aeroporto ma, con nostra grande delusione non fu così. Ci accorgemmo che era necessario associarsi a volenterosi come noi per respingere progetti che, se realizzati, avrebbero distrutto un Bene pubblico di incomparabile valore.

Il primo tentativo al quale l’Associazione Amici del Nicelli (AAN) di cui il “terzetto” era socio fondatore, si oppose, prevedeva l’insediamento nell’aerostazione di una casa da gioco per un pubblico abbiente e altamente selezionato; il secondo la realizzazione, nel margine di sicurezza del campo, di un centro benessere con ampia piscina; il terzo l’elevazione di un edificio costruito nell’area dell’Ospedale a Mare, che avrebbe interferito in modo definitivo sugli atterraggi.

Per ottenere risultati positivi l’AAN diresse la sua azione verso le autorità e la stampa, per stimolarne la responsabilità, e l’opinione pubblica lidense nella quale ancora non si era spenta la memoria delle prospettive di lavoro che lo scalo e le sue officine avevano offerto, sottraendo i predecessori ad una povertà pressoché insostenibile ed avviando al benessere la società dell’isola.

Nel parlare di queste cose non posso non ricordare il tuo impegno in seno all’AAN, spesso determinante, e come il primo a lasciarci, in seguito fu Paolo, il nostro “leader” per il coraggio e la competenza con la quale difese la memoria del padre e per l’ampia conoscenza delle questioni aeronautiche.

Nel concludere voglio ringraziarti per aver aperto, con l’esempio, la strada delle donazioni all’Archivio Storico dell’Aeronautica dei documenti ereditati dai nostri illustri congiunti.

Queste righe ti giungeranno dal mio “buen retiro” dell’Elba che conosci. Prima di firmare alzerò gli occhi per osservare nel cielo, sopra il Monte Capanne, due piccole nuvole viaggiare di conserva pensando che presto un’altra se ne aggiungerà per riprendere insieme il cammino del “terzetto”,

Con affetto, Bruno.

   

   Il Gen. Alberto Briganti                                       Il monumento al Gen. Briganti ad Umbertide (PG)

 

(1)  I libri di Alberto Briganti:

Oltre le nubi il sereno - Ricordi di quarant'anni di volo e di avventura - Alberto Briganti - 1988 - Edizioni dell'ateneo

Oltre le nubi il sereno - L'uomo che visse tre volte - Alberto Briganti - 2003 - Gino Rossato Editore

(2)

Mostre al San Michele: ''Le ali della rondine''

Roma, 8 maggio 1992. -(adnkronos)- Con l'ambizioso obiettivo di fornire la ''prima ricostruzione storica delle origini dell'aviazione commerciale italiana'' e' stata allestita nel Complesso monumentale del San Michele la mostra ''le ali della rondine''. Motori ed apparecchiature di volo, documenti rari, manifesti - veri e propri reperti della cultura e dell'archeologia industriale- offrono lo scenario per rivivere l'avventura dell'aviazione italiana.

La rassegna, allestita nella Sala degli aranci del San Michele - fino al 26 maggio - e' stata inaugurata dal Direttore Generale dell'Aviazione civile, Francesco Pugliese, dal Direttore Generale dell'Alitalia, Ferruccio Pavolini, dal Presidente Onorario dell'Industria Aeronautica Alenia, Ambasciatore Umberto La Rocca.

Madrina della mostra Maria Serena Klinger, figlia di Umberto Klinger Presidente della prima compagnia italiana di bandiera e fondatore delle Officine Aeronavali di Venezia. La rassegna e' sponsorizzata da Alenia (gruppo IRI - Finmeccanica), Alitalia e Carta-si'.

ideatore e coordinatore de ''Le ali della rondine'' Bruno Delisi, Responsabile scientifico Gregory Alegi, organizzazione dell'Associazione Itaca. Hanno collaborato l'Archivio centrale dello Stato, l'Ufficio storico dello Stato Maggiore Aeronautica e la Contessa Maria Fede Caproni.

(3) Il Gazzettino.it

ll Nicelli è stato inserito dalla Bbc tra i 10 scali più belli al mondo

Sabato 17 Maggio 2014

(L.M.) Il «Nicelli» è tra i dieci aeroporti più belli del mondo. Lo ha decretato un servizio della celebre televisione britannica BBC. Il servizio, andato in onda il 13 maggio, è stato rintracciato da Pietro Lando, veneziano, storico dell'aviazione che lo ha poi rilanciato sui social network.
Nella speciale classifica il «Nicelli» è stato inserito al terzo posto, davanti al piccolo scalo lidense ci sono solamente, l'aeroporto di Hong Kong in Cina, al primo posto, e quello di Montevideo, secondo. Il servizio elogia la posizione del «Nicelli», davanti alla laguna, a pochi minuti di taxi da San Marco, il fatto che possa essere raggiungibile sia a piedi che in bicicletta, ma anche l'aerostazione anni Trenta, le immagini storiche, ed il fatto che, proprio al «Nicelli» atterravano e decollavano i primi voli fin dal 1930. Insomma un concentrato di storia. Sempre a proposito dello scalo, l'altro giorno si è tenuta l'assemblea per il rinnovo delle cariche sociali della «Nicelli spa», la società di gestione. Alla presidenza è stato riconfermato l'ingegner Maurizio Milan, nominato dalla Camera di Commercio ma voluto anche da Save e Comune. Gli altri componenti sono Matteo Mantovan e Corrado Fischer. (mayerl)