Donazione Klinger all'Archivio Storico dell'A.M.
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- Creato Mercoledì, 26 Settembre 2018 19:55
Donazione alla Aeronatica Militare dell’archivio del Comandante Umberto Klinger (1900-1971) “Una figura leggendaria di aviatore e di italiano” (On. Durand de la Penne, Camera dei Deputati 27/1/1971).
Il 26 settembre 2018 ha avuto luogo nella Sala degli Eroi del Palazzo dell'Aeronautica la cerimonia di donazione all’Arma Azzurra, delle carte e delle immagini lasciate dal Personaggio. Hanno effettuato la consegna i curatori, Bruno Delisi e Maria Serena Klinger, entrambi soci dell’ATA, che nell’arco di circa trent’anni hanno provveduto alla loro salvaguardia e ne hanno fatto oggetto di approfonditi studi e ricerche.
Nel corso della cerimonia, presieduta dal Sottocapo di Stato Maggiore Gen. S.A. Settimo Caputo in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore, e moderata dal Col. Luigi Borzise, Capo dell’Ufficio Storico dell’Arma, sono intervenuti il Prof. Gregory Alegi, il Cav. del Lav. Ing. Umberto Klinger, nipote del personaggio, con il quale ebbe esperienze umane e professionali. Dopo l’applaudita lettura della comunicazione dell’avv. Ugo Bergamo, già a capo dell’Amministrazione Comunale di Venezia, che deliberò a petizione popolare, l’intitolazione al Comandante, di un tratto del Lungomare del Lido, il moderatore invita la signora Maria Serena Klinger, primogenita del Comandante, a porgere una testimonianza sui rapporti familiari con il padre e il di lui eminente ruolo pubblico.Desidero altresì estendere il mio ringraziamento al Capo del 5° Reparto SMA, al Capo dell’Ufficio Storico dell’Arma e ai suoi diretti collaboratori che hanno accompagnato i curatori della donazione in un non facile percorso.
Un grazie per le parole di chi mi ha preceduto. Fa sempre piacere ascoltare Gregory Alegi di cui non abbiamo dimenticato l’aiuto intellettuale e soprattutto il lucidissimo efficace intervento in occasione della grande commemorazione veneziana nel ventennale della morte.Il mio animo si commuove infine nel vedere accanto a noi personaggi aeronautici così significativi unitamente a congiunti e amici che in vario modo hanno mostrato simpatia e incoraggiato il lavoro perseguito da me e da mio marito, senza il cui apporto non sarebbe stato possibile avviare e concludere l’impresa.
La Sala degli Eroi con i partecipanti all’evento, in prima fila il Gen. Alberto Rosso, Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa, il Gen. Arpino, già Capo di SMA, il Sottocapo di SMA, Gen. Caputo, la signora Klinger e il marito Bruno Delisi, il Cav. Lav. Ing. Klinger, Presidente dell’A.T.A., nelle file successive la vice Presidente Paola Balbo, il Segretario Marco Di Francesco, il dott. Briganti, lo storico dell’aviazione Varriale, il Gen. Baldacci (Nucleo fotografico A.M.)
Un lavoro esteso dalla salvaguardia del materiale archivistico alla ricerca storica di pertinenza, alla promozione e all’organizzazione di manifestazioni ispirate al personaggio Klinger.
Un lavoro che oltre alla naturale fatica dello studio e dell’indagine mi ha arrecato molte soddisfazioni dominate dalla grandissima gioia di riscoprire mio padre al di fuori delle mura domestiche. Noi figlie lo avevamo sempre visto in una dimensione quotidiana e familiare come padre affettuoso, pronto ad accogliere i nostri desideri e le nostre aspirazioni, poi come nonno che amava circondarsi dei numerosi nipoti verso i quali ha sempre dimostrato grande indulgenza. Ci sfuggiva però quanto della sua personalità andava affermandosi nell’ambito della vita pubblica.
Dopo molto tempo la lettura delle carte, pagina dopo pagina, fotografia dopo fotografia, mi ha permesso di vedere la sua figura in un’ottica diversa e di comprendere meglio il significato di talune vicende delle quali aveva voluto renderci partecipi nel tentativo di trasmettere a noi, fanciulle di altri tempi, la natura e la passione del suo lavoro. Ha voluto, ad esempio, che io fossi presente all’arrivo ad Ostia della Squadra Atlantica di ritorno dall’America del Nord con l’incarico di offrire un omaggio floreale a Donna Manù, consorte di Italo Balbo, suo fraterno amico e mio padrino di battesimo.
Umberto Klinger e Italo Balbo: la forza e il valore dell'amicizia. (Archivio Klinger)
Ho con ritardo compreso lo spirito con il quale ci conduceva, a volte, all’Aeroporto del Littorio – oggi Aeroporto dell’Urbe – in visita allo scalo con gli apparecchi e agli uffici della prima compagnia di bandiera italiana di cui era il Presidente e l’instancabile promotore o per brevi viaggi sull’ amato biplano, I-IBIS, un Beechcraft 17R executive.
Ricordo meglio perché più grande, il suo ritorno dal volo Italia–Argentina-Italia. Anche dalle carte ho compreso del sinergico rapporto di stima e amicizia tra lui e il Gen. S.A. Aldo Pellegrini, Direttore Generale per l’Aviazione Civile e T.A. del Ministero dell’Aeronautica, che tanti e prestigiosi frutti ha dato al volo commerciale italiano.
Al tramonto della nostra vita abbiamo deciso di trasferire le sue carte, dopo tanti anni di vita in comune, nell’Ufficio Storico dell’Aeronautica, una nuova casa, convinti che in essa possano svolgere un nobile ruolo di testimonianza storica.
A suggello dell’atto di donazione sono lieta di consegnare all’Arma Aeronautica il medagliere di mio padre.
Il Sottocapo di S.M.A. Gen. S.A. Caputo mentre riceve la donazione del medagliere appartenuto al Comandante Klinger (Nucleo fotografico A.M.)
A conclusione dell’evento, il Sottocapo di SMA ha partecipato il saluto del Signor Capo di SMA, e il profondo ringraziamento della Forza Armata per la preziosa donazione ricevuta.
Nell’occasione, ha tenuto a sottolineare gli aspetti salienti della leggendaria figura del Com.te Klinger, quale esempio di coerenza, linearità e motivazione, “un uomo che tutti vorrebbero avere quale loro Comandante e che ha fatto del suo indomito e coraggioso esempio la leva più importante da cui trarre ancora oggi un vitale stimolo di valore, dovere e virtù”. Circa la donazione della documentazione, di inestimabile valore storico e, in particolare, del medagliere il Sottocapo ha soggiunto “che tali testimonianze saranno gelosamente custodite dall’Aeronautica Militare e costituiranno un’ulteriore e pregevole eredità di cui la Forza Armata è profondamente orgogliosa di preservarne, diffonderne e tramandarne la memoria”.
(Bruno Delisi - M.D.F.)